Basilica di Sant’Antonio di Padova

La pontificia basilica di Sant’Antonio di Padova è uno dei principali luoghi di culto cattolici della città di Padova, in Veneto.

Conosciuta dai padovani semplicemente come il Santo, è una delle più grandi chiese del mondo ed è visitata annualmente da oltre sei milioni di pellegrini, che ne fanno uno dei santuari più venerati del mondo cristiano. Non è comunque la cattedrale patavina, titolo che spetta al duomo. In essa sono custodite le reliquie di sant’Antonio di Padova.
La piazza antistante ospita il monumento equestre al Gattamelata di Donatello. Donatello realizzò anche le sculture bronzee (Crocifisso della basilica del Santo, statue e formelle di varie dimensioni) che il Boito ha collocato sull’altare maggiore da lui progettato.
Ha la dignità di basilica papale, una delle tre appartenenti alla Santa Sede che non si trovano in Roma, e la sua amministrazione spetta alla stessa Santa Sede, pur senza godere del diritto di extraterritorialità.

L’attuale Delegato Pontificio è mons. Francesco Gioia, arcivescovo emerito di Camerino. Il governo pastorale e la gestione amministrativa della Basilica di Sant’Antonio sono regolati dalla Costituzione Apostolica di Giovanni Paolo II dal titolo Memorias Sanctorum, la quale definisce i compiti e le relazioni tra la Delegazione Pontificia, i Frati francescani, e l’ente Veneranda Arca di Sant’Antonio che funge ininterrottamente dal 1396 da fabbriceria del complesso antoniano. (…)

È caratterizzata da una perfetta armonizzazione di diversi stili: la facciata a capanna romanica; i contrafforti che si sviluppano fino a diventare archi rampanti in stile gotico che, in parallelo, scandiscono con regolarità lo spazio e le cupole in stile bizantino, mediato attraverso Venezia; ed i due campanili gemelli che, invece, richiamano quasi dei minareti.
Il chiostro del Capitolo ospita interessanti tombe di docenti dell’Università di Padova, fra cui quelle di Bonjacopo Sanvito e Raniero Arsendi.

La facciata è alta 28 m circa ed è larga 37 m circa; sono presenti cinque arcate rientranti, quella centrale è sormontata da una nicchia contenente la statua del Santo e sotto si apre la porta maggiore. Nella lunetta del portale maggiore è presente una copia di Nicola Lochoff dell’affresco di Andrea Mantegna con raffigurazione di Sant’Antonio e san Bernardino che adorano il monogramma di Cristo. L’affresco originale, staccato, si conserva nel vicino convento. Nella nicchia si può vedere la Statua in pietra di sant’Antonio, copia fatta nel 1940 da Napoleone Martinuzzi per sostituire l’originale trecentesco di Rinaldino di Francia, molto deturpato dagli anni e dalle intemperie ed ora conservato nel Museo Antoniano.
Sulla facciata si aprono tre porte bronzee, realizzate seguendo il disegno progettuale di Camillo Boito (1895). In quella centrale si possono vedere San Ludovico da Tolosa, san Francesco, sant’Antonio e san Bonaventura, opera di Giuseppe Michieli.
Il sagrato della basilica fu adibito per secoli a cimitero e sono conservate tuttora alcune tombe, come quella del giurista Antonio Orsato, morto nel 1497; il monumento è composto da una elegante edicola con urna funeraria addossata alla parete laterale sinistra della basilica.

L’interno è a croce latina, suddiviso in tre navate da pilastri; sulla parte superiore delle pareti corrono delle gallerie. (Fonte: wikipedia)

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